Mi chiamo Alberto Girardello, sono nato nel febbraio 1992 e da quel momento vivo alla periferia di Vicenza, a metà tra la campagna e la città.
Sono cresciuto proprio qui, dove il mio orizzonte sono le Piccole Dolomiti, i Colli Berici e i masti di due castelli medievali, fissi sulla collina.
Dopo il liceo classico, nel 2018 mi sono laureato in Giurisprudenza all’Università di Verona: resto affascinato dallo schema del Diritto che si confonde con la realtà sfumata della vita, con le sue pieghe e i suoi spazi. Lì ho approfondito il Diritto Commerciale con una tesi sulla disciplina degli incubatori certificati di startup innovative, e ho partecipato a fondarne una: ho sempre apprezzato le strutture, le organizzazioni e il loro disegno. La voglia di far accadere le cose.
Poi, grazie a una Borsa di Ricerca annuale nella stessa Università, mi sono potuto occupare di consulenza aziendale concreta: Innovazione, Comunicazione, Marketing e Trasformazione Digitale erano le materie attraverso cui entrare per davvero nei problemi, raccogliere gli stimoli e proporre soluzioni.
Nel cercare la mia strada, nel 2020 mi sono occupato di consulenza legale e tributaria per un grande studio di Verona, parte di un network internazionale, con una grande attenzione ai cambiamenti, agli eventi e alle novità. KPMG mi ha insegnato la grande cura per il cliente, la tensione a offrire il miglior servizio possibile e la dedizione alla correttezza dei processi. Mi è dispiaciuto dover lasciare quel team, ma sentivo di essere chiamato a un altro percorso.
E così è iniziato il mio cammino in Adecco. Gli insegnamenti che ho ricevuto nelle precedenti esperienze ora mi servono tutti: col mio lavoro ho la possibilità di incidere sia sui candidati sia sull’operatività delle aziende. La soddisfazione dei clienti è la mia priorità, sia che si tratti di cliente esterno che di cliente interno.

La vita mi ha portato a concepirla come una serie di vasi comunicanti, senza compartimenti: la permeabilità delle istanze è una costante che cerco di coltivare sempre, perché spesso le risposte arrivano dal lato in ombra della foto.
Ho fatto squadra sul campo da calcio e mi sono arrangiato in pista d’atletica, mentre ogni tanto continuo a fingere di aver vinto la timidezza suonando su un palco scenico.
Credo nella volontà di fare cose belle, come con Imaze Studio, dove ho visto la creatività farsi impresa e seminare connessioni in TedXVicenza.
Confido che non sia mai sprecato spendersi per le cose buone. Come nel 2014, in quel generatore di idee che è H-Farm: ho capito che nel mio futuro avrei voluto costruire qualcosa che desse frutto, che fosse alla fine, anche, una cosa giusta.
Vedo il potere della conoscenza quando messa in condivisione, e la capacità dell’innovazione di creare la ricchezza vera, quella umana.
Mi concentro solo sulle cose che posso cambiare, non credo nelle scorciatoie: anche se a volte semplificare è l’unica soluzione, semplice non vuol dire facile. Credo che le cose debbano avere una forma in base alla funzione, e che i pensieri non facciano eccezione.
Cerco di tradurre tutto questo in azioni concrete, operando in prima persona. È inevitabilmente un percorso che passa dall’assumersi delle responsabilità; ma bisogna decidere se stare dalla parte del problema, e distruggere, o dalla parte della soluzione, e costruire.
