Contrasti

Rivista Contrasti - Alberto Girardello

Febbraio 2017. Alla fine di una lunga giornata di lezioni universitarie, parlavo con un amico di quanto sentissi la voglia di fare qualcosa di attivo riguardo la mia passione per la scrittura. Non se ne parlava di aprire un blog personale – quante cose cambiano -, per una presunta carenza di contenuti, e quindi si aprì subito una discussione su cosa fare. Poco dopo vedemmo una pubblicità sui social network di una neonata rivista sportiva online che cercava collaboratori, e con un po’ di titubanza inviai la candidatura.

Allegai un articolo di prova recuperando 4.000 battute scritte la sera dell’eliminazione della Nazionale Italiana di calcio agli europei del 2016, per opera della Germania (6-5 dcr). Piacque e iniziai a collaborare, prima con qualche articolo di calcio e poi, grazie al mio interesse per altri sport, quasi esclusivamente per questi ultimi. Iniziai con un articolo a settimana, ma a metà estate, dato che i miei colleghi non seguivano altro che il calcio, mi offrirono di seguire la redazione “Altri Sport”. Potei così mettermi in gioco al 100%, avendo da coordinare i diversi autori e pianificare le pubblicazioni.

Inizialmente ci si era prefissati di pubblicare un solo articolo al giorno, e in un paio di giorni a settimana di pubblicare un articolo della mia sezione. La produttività dei miei colleghi di redazione per Altri Sport era tale che gli articoli pronti a settimana erano spesso più di due, e arrivarono a superare per numero e periodicità quelli della sezione Calcio, in un’amichevole concorrenza interna.

Contemporaneamente la pagina Facebook collegata andava espandendosi a grande ritmo: senza ricorrere eccessivamente alla pubblicità a pagamento, si passò dai 2.500 mi piace di inizio 2017 ai 10.000 di luglio 2018. In questo frangente ho potuto essere un primus inter pares di più di venti collaboratori, al massimo della “potenza di fuoco”. Divisi per tipologie di sport, riuscivamo a coprire la maggior parte dei grandi eventi senza dimenticare la storia dello sport, commistione che è la vera forza di Contrasti.

A una grande diffusione di quello che andava costruendosi come un vero brand, Contrasti, si accompagnava l’espansione del gruppo editoriale di cui eravamo espressione, anche se non in dipendenza diretta. L’Intellettuale Dissidente e la casa editrice GOG andavano espandendosi fortemente, e in quel solco ci eravamo posti anche noi, pianificando un’espansione e un incremento di attività costanti e ragionati.

Purtroppo gli impegni della vita mi hanno costretto, nell’estate 2018, ad abbandonare il progetto Contrasti, perché non sarei mai riuscito a dedicarmici con l’impegno che necessitava. Seguivo sia l’attività di editor (assegnazioni di pezzi, correzione di bozze, impaginazione, ricerca materiali) che quella di autore, senza contare la produzione di contenuti dedicati per le pagine social della rivista.

Per un progetto di lavoro fotografico, non sarei stato disponibile come avrei dovuto, e nel frattempo stavo scrivendo la tesi di laurea: per evitare di rovinare qualcosa di bello mettendoci poco impegno o distrazione, scelsi di lasciare la rivista. Devo molto al direttore Andrea Antonioli e a tutta la squadra: mi hanno fatto conoscere parti di me che non conoscevo; mi hanno dato fiducia quando io stesso ero poco incline a concedermene, e mi hanno dato conoscenze che poi – non lo sapevo ancora – mi sarebbero state fondamentali in futuro.

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